Fonte: ANSA

Insetti velenosi pericolosi per l’uomo: l’invasione da Maggio

Tra maggio e giugno, la processionaria si riproduce in maniera esponenziale popolando piante e arbusti. Ecco perché è bene stare attenti.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Con l’arrivo della primavera, la natura si risveglia e le temperature più miti invitano a trascorrere del tempo all’aria aperta. Tuttavia, per molti, questo periodo porta con sé non solo la gioia della rinascita, ma anche fastidi come le terribili allergie causate dai pollini. Ma non sono solo i pollini a minacciare il benessere durante questa stagione. Il mondo degli insetti e dei parassiti si anima, mettendo a repentaglio non solo le piante, ma anche la sicurezza degli esseri umani. In Italia, così come in molte altre zone d’Europa, gli esperti lanciano un chiaro allarme riguardo all’invasione della processionaria, un insetto che può diventare particolarmente problematico tra maggio e giugno. È dunque essenziale comprendere la natura di questa minaccia e adottare misure preventive per proteggere la propria salute e l’ambiente circostante.

La processionaria, conosciuta per la sua pericolosità, rappresenta una seria minaccia per la vegetazione e per gli esseri umani. Il suo ciclo di vita, che culmina tra i mesi primaverili, la rende particolarmente temibile. Originaria delle regioni mediterranee, questa specie di lepidottero ha trovato terreno fertile anche in altre zone, contribuendo all’aumento delle sue infestazioni. Le sue larve, ricoperte da peli urticanti, rappresentano un pericolo per la salute umana e animale, in grado di causare reazioni allergiche e irritazioni cutanee anche gravi. La loro presenza non solo danneggia le piante, ma può trasformare luoghi tranquilli in ambienti potenzialmente pericolosi per l’uomo.

Di fronte a questa minaccia imminente, è fondamentale adottare una serie di strategie di difesa adeguate. L’informazione sulla presenza e sui rischi legati alla processionaria è il primo passo per affrontare questa sfida. Inoltre, è importante adottare misure preventive, come la potatura e la rimozione dei nidi, per limitare la diffusione dell’insetto. Solo con un’azione tempestiva e coordinata sarà possibile proteggere la salute pubblica e preservare l’equilibrio degli ecosistemi.

Cos’è la processionaria e quando si diffonde

La processionaria è un piccolo insetto apparentemente innocuo, appartiene alla famiglia dei lepidotteri (ovvero le farfalle) e nasconde un pericolo molto reale sotto la sua peluria urticante. La sua riproduzione, che inizia a maggio e si protrae fino a luglio, coincide con l’arrivo dei mesi più caldi. Durante questo periodo, gli esemplari lasciano i nidi e si muovono in lunghe file, da cui prendono il nome. Questi bruchi pelosi non solo minacciano le piante che attaccano, ma sono anche tossici per la fauna selvatica e possono costituire un serio rischio per la salute degli esseri umani.

Gli esperti ci mettono in guardia soprattutto durante il periodo in cui la processionaria abbandona la pianta ospite, poiché è in questo momento che aumenta il rischio di avvelenamenti. Durante i mesi più caldi, l’insetto si mette alla ricerca di un luogo adatto per interrarsi e completare il suo ciclo di vita trasformandosi in farfalla. È durante questo movimento che la peluria urticante diventa particolarmente pericolosa, poiché può scatenare reazioni anche violente in caso di contatto. Questo rischio è particolarmente elevato per i nostri amici a quattro zampe, i cani, i quali possono incorrere in necrosi dei tessuti se entrano in contatto con la processionaria.

Come riconoscere i nidi di processionaria

Una volta che la processionaria si è trasformata in farfalla, il pericolo per l’uomo e gli animali diminuisce significativamente poiché in questo stato è praticamente innocua. Tuttavia, il problema si manifesta soprattutto prima di questa trasformazione, quando le larve emergono dai loro nidi invernali e si spostano dagli alberi, strisciando appunto in processione sui terreni e nell’erba, rendendosi così facilmente accessibili all’uomo e agli animali domestici.

I nidi della processionaria sono facilmente riconoscibili già a partire dal mese di novembre, offrendo quindi un ampio margine di tempo per pianificare un intervento di disinfestazione. È fondamentale agire prima che le larve lascino i nidi, altrimenti diventa troppo tardi. Il periodo ottimale per effettuare trattamenti, soprattutto meccanici, va da novembre a marzo.

I nidi della processionaria del pino presentano una forma ovale o sferica, simile a un bozzolo di seta bianca, con dimensioni variabili da 10 a 20 centimetri di diametro. La loro consistenza è lanosa e compatta, e sono solitamente situati sui rami dei pini, preferibilmente nella parte terminale. Possono anche essere trovati su cedri. È possibile individuarli osservando delle strisciate biancastre sui rami o sotto gli alberi ospiti, prodotte dai bruchi.

In presenza di un nido di processionaria, è fondamentale applicare le dovute precauzioni. È importante evitare di avvicinarsi o toccare il nido, poiché anche i peli dei bruchi morti possono causare irritazioni cutanee. È importante segnalare immediatamente la presenza dei nidi alle autorità competenti, come il Comune o un servizio specializzato di disinfestazione, per intervenire in modo adeguato e garantire la sicurezza della comunità.

I rischi per l’uomo

La processionaria presenta rischi significativi per la salute umana, principalmente a causa del contatto con i suoi peli urticanti, che possono provocare una serie di problematiche. La dermatite da contatto rappresenta la reazione più comune, manifestandosi con sintomi come prurito, arrossamento, gonfiore e, in alcuni casi, la formazione di bolle sulla pelle. Nei soggetti sensibili, il contatto con i peli può scatenare reazioni allergiche più gravi, con orticaria, difficoltà respiratorie e, nei casi più estremi, shock anafilattico.

Inalare i peli urticanti può causare problemi alle vie respiratorie, come starnuti, tosse, mal di gola e difficoltà respiratorie. Nei soggetti asmatici, il contatto con i peli può addirittura provocare attacchi d’asma. Se inavvertitamente ingeriti, i peli possono irritare la bocca, la gola e l’apparato digerente, provocando nausea, vomito, dolori addominali e diarrea.

Oltre a queste problematiche immediate, il contatto ripetuto con i peli della processionaria può portare a dermatiti croniche che persistono nel tempo. È importante notare che i bambini e gli animali domestici sono particolarmente a rischio, essendo più curiosi e meno consapevoli dei pericoli degli adulti.

In caso di contatto con i peli della processionaria, è fondamentale agire prontamente per mitigare i sintomi. Sciacquare abbondantemente la zona colpita con acqua e sapone, evitando di strofinare la pelle irritata, può aiutare a ridurre il disagio. Applicare un impacco freddo può contribuire a alleviare il gonfiore. Se si manifestano sintomi gravi, come reazioni allergiche o difficoltà respiratorie, è essenziale rivolgersi immediatamente a un medico per un intervento appropriato.

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